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La Festa (Prima Parte)
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12.01.2018 |
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"Per secondo c'era del pollo arrosto cotto alla brace..."
Ho sempre odiato andare a delle feste dove non conosco nessuno ma quella sera, quando il mio vecchio amico Stefano mi propose di accompagnarlo, mi dovetti ricredere e né uscì fuori la serata più' emozionante della mia vita.La Festa (prima parte)
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Tutto iniziò con una telefonata di Stefano che mi prego' di accompagnarlo ad una festa di una sua coppia di amici sposati in occasione dell'inaugurazione della loro nuova casa:"Ti prego Paolo, non ho voglia di andare da solo ma ci devo andare perché' Marco (il marito) mi ha fatto un sacco di favori. Gli ho chiesto se potevo portare un'amico e loro mi hanno detto che non ci sono problemi. Ti prego di nuovo, dai, che poi sapro' come sdebitarmi...". Accettai un po' contrariato ma forse era l'occasione giusta per riuscire da casa dopo un lungo periodo. Infatti, dopo essermi lasciato con la ragazza, mi ero un po' demoralizzato e la mia pigrizia era salita alle stelle.
Alle 8 in punto mi feci trovare sotto casa di Stefano e da li' raggiungemmo in macchina la casa di Gaetana (cosi' si chiamava la moglie) e Marco. Era prevista una cena e poi ci saremmo scatenati ballando dato che avevano anche assunto un DJ e affittato un impianto luci degno di una discoteca. Alla porta ci venne ad aprire il padrone di casa che si dimostro' subito un perfetto e simpaticissimo ospite. C'era già' un bel po' di gente, circa una trentina di persone, di cui oltre la meta' donne. Erano tutte abbastanza in tiro e devo dire che ce n'erano di notevoli, almeno per i miei gusti. Dopo pochi istanti fummo raggiunti da Gaetana ed io gli fui presentato. Era una donna davvero arrapante! Indossava una camicetta di seta bianca davvero cosi' sottile da lasciar nettamente vedere le enormi tettone fasciate in un insufficiente (per fortuna!!) reggiseno: "Ciao! Sono proprio contenta che voi siate arrivati... Qui il numero dei bei maschietti era un po' bassino. Sono proprio sicura che stasera ci divertiremo moltissimo..." disse lei facendomi l'occhiolino. Questo gesto malizioso li per li lo interpretai come un semplice atto di simpatia, solo più' tardi potei capire fino in fondo a cosa alludeva.
Dopo aver familiarizzato per alcuni minuti con gli altri invitati fummo chiamati per metterci a tavola. Il mio amico Stefano che aveva adocchiato una bella biondina dall'aria troieggiante si era seduto vicino a lei mentre io ero stato messo circa a meta' del tavolo, proprio difronte a Gaetana. Accanto a lei sedeva il marito che continuava a tenere banco nelle chiacchiere dimostrandosi una persona divertentissima e brillante. Come primo ci furono serviti dei deliziosi tortellini al ragù' fatti da Gaetana. "Complimenti alla cuoca!" dissi con la solita frase di rito alla mia ospite. Lei mi sorrise guardandomi dritto negli occhi ed aggiunse: "Grazie Paolo, sai, li ho fatti con le mie mani..." mentre con la mano destra mi sfioro' la mia. Questo mi fece passare un brivido per la schiena. "Che tipetta!", pensai, "pare che mi faccia la corte... Mah... Non può' essere... Non davanti al marito ed in modo cosi' sfacciato. Forse è troppo tempo che non esco con una donna...”. Continuai a mangiare cercando di distrarmi ma mi sentivo continuamente osservato dagli occhi vogliosi di Gaetana. Per secondo c'era del pollo arrosto cotto alla brace. Marco, vistomi alle prese del pennuto con forchetta e coltello mi scherni': "Bey! Ma mangia con le mani! Stasera siamo tutti in vacanza!”. Io seguii il suo consiglio e continuai a gustarmi il pollo. Gaetana aveva preso (e come ti sbagli!) una coscia e la stava mangiando in maniera davvero oscena! Dava solo dei piccoli morsetti ai lati e poi con aria birichina simulava il leccaggio di un cono gelato. Altro che gelato le avrei fatto leccare! Il mio "gelatino" si stava svegliando e lo sentivo farsi duro sempre più'. Ogni tanto lei sussurrava qualcosa al marito all'orecchio e poi entrambi mi guardavano sorridendomi. Io non capivo ma rispondevo cortesemente ai sorrisi.
Finita la cena chiacchierammo per una mezzoretta al tavolo e per fortuna il mio cazzo si tranquillizzo' e io mi potei alzare senza fare figure barbine davanti agli altri ospiti. In quel momento il DJ avvio' le danze con della musica da discoteca. Pian piano la "pista" si riempi' e anch'io mi gettai nel mezzo. Stefano oramai era appartato con la biondina e dopo qualche minuto lo vidi ficcargli le mani nella scollatura mentre lei gli infilava la lingua in gola.
Lui era sistemato, beato lui. Mi guardai intorno per cercare qualche preda da letto ma fui subito arpionato da Gaetana che mi coinvolse in un ballo a due mooooolto sexy. Mi si struscio' addosso come una gatta facendomi risalire la pressione e qualcos'altro. Finimmo al centro della pista insieme ad altri amici dei padroni di casa. Marco intanto aveva tirato fuori una videocamera e stava riprendendo il tutto. A questo punto accadde una cosa che mi fece quasi scoppiare il cazzo nei pantaloni. Nella foga di dimenarsi, la camicetta di Gaetana che evidentemente aveva delle asole troppo larghe, apri' tutta ad esclusione del primo bottone. Ma ormai il "danno" era fatto!
Le sue tettone schizzarono quasi fuori dal reggipetto! Un'amica che si era accorta dell'incidente tento' di salvare Gaetana ma riuscì' solo a "peggiorare" la situazione, facendo infatti fuoriuscire a meta' un capezzolo. I presenti alla scena fecero un gran coro d'approvazione ed un'applauso scrosciante e solo allora Gaetana si ricompose. Lei ringraziò la “platea” con un simpatico inchino e ne rise di gusto. Mentre si riabbottonava riprese a fissarmi di brutto ed io desiderai da matti poter sostituire le mie mani alle sue solo per poter accarezzare quelle magnifiche tettone. Accortasi dei miei sguardi di fuoco quella troia prese la palla al balzo e mi si avvicinò e mi chiese di seguirla in un angolo un po’ appartato della stanza. “Ti ho turbato Paolo? Per la verità … ehm… spero proprio di sì… È da quando sei entrato in questa casa che non faccio altro che pensare a te. Anzi… siamo in due a pensarci … eheheh…” – “Due? Chi è l’altra?” risposi io con un nodo in gola tra l’imbarazzo e l’eccitazione. “Sarà una sorpresa…”. Io rimasi senza fiato. Cosa aveva in mente? “Ce la fai ad aspettare qualche altro minuto? Voglio che la festa monti ancora un po’… poi magari ci potremmo appartare e cosi’ potrai ‘assaggiarmi’ meglio…”. La mia testa stava scoppiando ed il mio cazzo oramai era diventato di marmo. Non mi aspettavo certo un’approccio così diretto ma ero deciso a non buttar via un’occasione così rara. Cercai di far finta di nulla davanti agli altri ma era veramente difficile non lasciar trasparire l’arrapamento che pian piano mi stava divorando. Mi rimisi a ballare ma ormai una vera e propria tempesta ormonale si stava scatenando dentro di me. Il mio pacco era diventato così evidente che spesse volte dovetti allontanarmi dal gruppetto dei danzanti per evitare di fare figure di merda.
Passai circa quindici minuti a chiacchierare con altri invitati quando Gaetana mi raggiunse e dopo avermi fatto un discreto occhiolino mi disse:” Paolo, mi chiedevi dov’era la toilette? Quella di là è occupata… se vuoi ti accompagno a quella del piano di sopra…”. Non mi feci prendere alla sprovvista e la ringraziai intuendo la situazione. Lei sorridendo mi prese sottobraccio e chiese scusa agli invitati per avermi ‘rapito’ dalla conversazione. Velocemente uscimmo dalla sala e salimmo le scale che conducevano al piano superiore.
Lei mi precedeva con passo lento e fu in quell’occasione che ebbi modo di guardare da vicino il bel culo carnoso di Gaetana. La mia fantasia si stava scatenando. Cercavo di immaginare ciò che non potevo vedere con gli occhi.
Avevo una gran voglia di impastarmici subito le mani ma resistetti alla tentazione. Volevo che fosse lei a chiarirmi bene le intenzioni. Tenendomi per mano mi condusse davanti alla sala da bagno e disse: “Quello è il bagno ma scommetto che ti piacerebbe di più visitare la mia camera da letto…”. Sempre tenendomi per mano mi tirò dentro la sua stanza e chiuse la porta dietro di noi. Ora eravamo soli e la tensione erotica era al massimo. “Finalmente ti ho tutto per me. Non resistevo più! Vogliamo che tu ti senta a tuo agio e quindi abbiamo pensato che forse era meglio che per iniziare a conoscerci il primo contatto lo prendessimo solo io e te…” – “Vogliamo? Insomma, chi sarebbe quest’altra? Sono troppo curioso…” risposi. “Abbi pazienza…abbi pazienza e sono sicura che non te ne pentirai…” - ribatté maliziosa – “Per ora io non ti basto?” concluse mentre mi passò le braccia intorno al collo e mi stampò un bacio in bocca. Sentii la sua lingua calda frullarmi sulla mia. Un bacio davvero arrapantissimo. Come una furia le artigliai le chiappe attraverso la gonna e finalmente le potei toccare come desideravo. Erano morbide e burrose proprio come piacciono a me. Il mio cazzo duro le premeva contro il ventre che lei spingeva verso di me come se volesse subito impalarvisi. Feci scorrere le mie mani lungo tutta la sua schiena e poi le passai davanti dove raggiunsi le sue enormi tettone. Velocemente le sbottonai la camicetta mentre lei iniziò a mugolare di piacere. Senza neanche perdere tempo a sganciarlo le abbassai le coppe del reggipetto e le sue tette esplosero letteralmente fuori. Quasi mi prese un colpo nel vedere tutto quel bendidio. “Succhiamele dai bel porcone…” mi implorò lei. Iniziai subito a slinguettarle i capezzoli che ad ogni passata si facevano sempre più pronunciati e grossi. “Fammi sentire il tuo arnese… scommetto che è già bello in tiro!” e fece scivolare la sua manina all’altezza del mio pacco. Lo strinse con decisione ed io trasalii. “Mmmm…. È davvero bello grosso! Avevo visto giusto!” e continuò a maneggiarmelo con foga. Intanto io continuavo la mia cura di lingua insalivandole ben benino le tettone. “Mi stai facendo arrapare come una porca… Ho la passera già bagnata!” disse lei con voce roca e spezzata dal piacere. Pensai che non avremmo avuto molto tempo senza che qualcuno notasse la nostra assenza quindi decisi di affrettare le cose e le infilai le mani sotto la gonna. Lei per tutta risposta allargò un po’ le cosce per facilitarmi il lavoro. Le scostai gli slip già fradici d’umori e le accarezzai lentamente la figa. Lei emise un lungo sospiro e prese a muovere il bacino per aumentare il suo piacere. Eravamo in piedi appoggiati ad un armadio e ci stavamo toccando in maniera forsennata.
Non avevo tempo ma volevo farle di più di un semplice ditalino. Le sollevai completamente la gonna e con un sol colpo le sfilai le mutandine lasciandola fica all’aria. Mentre lei era ancora all’impiedi io mi chinai in ginocchio e avvicinai la mia bocca alla sua passera. Le aprii pian piano le grandi labbra con le dita e poi mi gettai in una potente leccata. Lei trasalii all’istante e poi emise un lungo e godurioso lamento. La sua figa, profumata e carnosa, si bagnò fino ad allagarsi. Mi poggiò una mano sulla testa e mi accarezzò i capelli mentre io continuavo a leccarla come un pazzo. Distese poi una gamba sul piano del comò rimanendo completamente scosciata per godersi di più il mio servizietto. I minuti passavano ed io cercai di dare il massimo per farla venire subito. Quando lo fece fu come un terremoto. Aveva un rivolo di saliva che le usciva dalla bocca e passava la sua lingua sulle labbra in un modo così arrapante che l’avrebbe fatto rizzare anche ad un morto.
Purtroppo erano ormai più di dieci minuti che ci eravamo appartati quindi, anche se mi costò uno sforzo enorme, le chiesi di tornare giù tra gli altri e rimandare per un po’ le nostre belle porcate. Lei era arrapata da morire ma riconobbe che era la cosa migliore da fare e mi disse:” Non credere però che sia finita qui! Ho una gran voglia del tuo cazzo, caro mio… Saprò ricompensare la tua pazienza…”. Ci ricomponemmo alla meglio e lei si ripassò un po’ di trucco sul viso per cercare di cancellare le tracce di quello che era successo. Lei uscì per prima dalla stanza ed io dissi che l’avrei raggiunta di sotto dopo un paio di minuti per non destare troppi sospetti. Che situazione! Mi calmai un po’ e pensai a che bella troiona era Gaetana! Farsi leccare la passera da uno sconosciuto e con in casa il marito… Mah! Contenti loro…
Guardai l’orologio e vidi che erano da poco passate le undici. C’era ancora un sacco di tempo per divertirsi. Una cosa attrasse la mia attenzione prima di uscire dalla camera: Gaetana aveva scordato di rimettersi le mutandine! L’aveva solo dimenticato o l’aveva fatto per farmi arrapare ancora di più?
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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